Mi chiamo Maria Cristina, ho 50 anni e sono sposata con Alberto. Abbiamo due bambine di 10 e 8 anni e uno in cielo. Vorrei dare anch’io la mia testimonianza per rendere lode e grazie a Dio per tutto quello che mi ha donato dal momento che si è manifestato alla mia vita fino ad ora.
Io sono la quinta di 11 figli e fin da piccola molto del mio tempo l’ho vissuto in canonica, perchè la nostra casa combaciava con la Chiesa parrocchiale. Ho sempre avuto timore del giudizio di Dio, in quanto spesso mi veniva ripetuto che se non mi fossi comportata come mi veniva chiesto Lui mi avrebbe mandato un castigo. Non vi dico quanto era pesante il mio impegno per poter andare avanti senza permettermi di sbagliare! Così, poco a poco, cresceva il mio giudizio nei confronti di quanti, fratelli o amici, commettevano qualcosa che, secondo me, non andava bene.
Arrivata all’età di 18 anni non ne potevo più di sottostare alle regole e ai divieti che venivano da parte dei miei genitori (soprattutto da mia madre) e decisi che avrei fatto di tutto per trovarmi un fidanzato, uscire di casa e, finalmente, poter avere tutta la libertà che avevo sempre sognato e invidiato agli altri… E infatti, dopo vari tentativi, riuscii nel mio intento. Non mi interessava che il mio uomo non frequentasse la Chiesa, mi bastava che accettasse di sposarmi e condividere con me il fatto che mi sarei sposata in Chiesa con tanto di abito bianco (segno della mia castigata purezza). Finalmente ero libera di gestire la mia vita come meglio credevo.
Purtroppo, però, già dal viaggio di nozze cominciarono dei grossi problemi (e non solo quelli) tra di noi. Così tutto quello che avevo sognato cominciò ben presto ad andare in frantumi e, quel che è peggio, non potevo tornare indietro, perchè sapevo che mia madre non avrebbe mai approvato una eventuale separazione. Dopo 12 anni di forzata (da parte dei miei famigliari) convivenza e dopo aver conosciuto un altro uomo, trovai alla fine la forza di andarmene di casa e di chiedere il divorzio.
All’inizio mi sembrava tutto meraviglioso. Non ero tornata a casa dei miei genitori ma avevo trovato ospitalità presso una mia zia, la quale si accontentava di dividere le spese e di un po’ di compagnia. Ho vissuto con lei per quattro anni, mentre la mia relazione andava avanti a gonfie vele e decisi di traslocare in un mini appartamento per poter essere più libera di fare quello che volevo senza rendere conto a nessuno. Nel frattempo avevo iniziato una causa per il riconoscimento della nullità del matrimonio presso la Sacra Rota. Lavoravo, mi potevo permettere di andare in ferie, l’uomo che amavo viveva gran parte del suo tempo con me, eravamo quasi dei conviventi, perchè era più il tempo che trascorreva con me che non a casa propria.
A questo punto si potrebbe supporre che “andava alla grande”. Invece… Invece più i giorni passavano e più cresceva un’angoscia profonda dentro di me. Alla sera ero felice perchè lui stava con me, ma al mattino mi svegliavo e mi veniva da piangere per come stavo male! La mia causa di annullamento, dopo una prima perizia psichiatrica, sembrava sbloccarsi e invece ho dovute farne altre due, perchè la controparte non collaborava… Credevo di essere alle “stelle” (e volendo farlo credere agli altri mi forzavo di essere felice) e invece ero alle “stalle”… Mi sembrava che il mondo mi crollasse addosso. Sentivo il bisogno di riavvicinarmi alla Chiesa, ma avevo paura del giudizio. Andavo a confessarmi, mi veniva chiesto di vivere in castità (così avrei potuto accostarmi al Sacramento dell’Eucarestia), ma non ne ero capace…
Avevo paura sempre del giudizio e del castigo di Dio. Ho vissuto per anni sotto la Legge del Vecchio Testamento, giudicando Dio perchè pensavo che, dopo anni di sofferenza, avevo trovato la persona giusta per me e Lui non mi permetteva di essere felice anzi, mi faceva sentire in colpa. Ma un giorno, poi, il Signore ci mandò un Angelo… Noi lo definiamo ancora “il nostro Mosè”. Ci siamo conosciuti per motivi di lavoro e così, parlando, ci ha invitato ad andare ad ascoltare la Santa Messa in una chiesa vicino a dove abitavamo. In quella Messa non vi dico il nostro stupore nel sentire l’esperienza di una donna che non conoscevamo e nel vedere la gioia con cui raccontava di come Dio era intervenuto nella sua vita, invitando tutti quelli che ne avessero accolto la richiesta ad andare, la sera dopo, perchè sarebbe iniziata una Catechesi per Adulti.
Ci siamo guardati e tutti e due abbiamo pensato che, dopotutto, potevamo provare. Non veniva chiesto nessun impegno, solo ascoltare. La sera dopo, puntuali, siamo andati all’incontro ed alle parole dette “Dio ti ama”, il nostro cuore ha avuto un sussulto e ci siamo sentiti come se finalmente avessimo ritrovato la strada. Fin dalla prima serata abbiamo preso la decisione che io sarei rimasta da sola nel mio appartamento e che lui sarebbe ritornato a casa sua. L’ascolto di quelle catechesi, l’assiduità alla Parola di Dio e all’Eucaristia, il dono di una comunità di fratelli, ognuno con la sua storia, ci ha donato la forza di poter vivere in castità. Man mano, in questo cammino di Fede, l’angoscia che ci opprimeva svaniva. Pregavamo insieme e, alla fine, fu riconosciuta la nullità del precedente matrimonio… Dopo tre anni ci siamo sposati.
Oggi posso dire che quei tre anni di castità sono stati i più belli della mia vita, perchè mi sentivo amata non per quello che davo al mio uomo, ma per quello che ero. Il Signore ci colmava di gioia ed il giorno del nostro matrimonio è stato davvero bellissimo! Finalmente stavo riscoprendo il Dio Padre (e non Padrone), mi sentivo amata e, dopo alcuni anni, il Signore mi ha fatto un altro grande dono, quello di potermi riconciliare con la mia storia, di poter chiedere perdono al mio padre naturale (che ho sempre giudicato, pensando che non fosse il padre giusto per me), di potergli stare accanto nella sua malattia, di poter pregare assieme a lui e, dalle sue stesse labbra, sentirmi dire prima che morisse che mi voleva bene e che me ne aveva sempre voluto.
Come non poter ringraziare il Signore! Per non parlare poi dell’enorme dono dei figli, avuti anche se l’età era avanzata, della Sua provvidenza materiale e spirituale, di poter veramente ricevere il centuplo dalla vita!
Grazie, Signore! A Te la lode e la gloria. Maria Cristina Tacchella, 13-1-2010
La bellezza dell’ amore casto
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