Vangelo di giovedì 27 settembre Lc 9, 7-9

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo. Lc 9, 7-9

Riflessione…
“ E cercava di vederlo”. È interessante questa nota che il narratore offre al lettore. Erode vuole vedere, qualcuno ha scritto che egli è curioso ma noi sappiamo bene che egli ha paura. Ricordate il padre cosa chiede ai Magi? Ditemi dove sta perché venga anch’io ad adorarlo. Quanta falsità in queste parole, Erode padre e adesso Erode figlio, sono accomunati dallo stesso falso desiderio di ricerca e di voler vedere Gesù. In realtà non voglio vedere, non voglio cercare perché la menzogna si è impadronita del loro cuore. Loro vorrebbero distruggere perché si sentono minacciati. Il potere è così quando si sente minacciato cerca le vie di distruzione. Ci chiediamo:
Come cerchiamo Gesù, come affrontiamo la consapevolezza che il potete ci viene donato per servire? Come accogliamo l’invito di Gesù alla mansuetudine alla bontà con sincerità ed apertura di cuore? Nel vangelo abbiamo molte testimonianze di persone che cercano Gesù per un miracolo, una guarigione, per amore e un tentativo di riscatto della propria esistenza: per ognuna vi è una buona parola, un gesto di accoglienza e per tutti possiamo sentire quello che Gesù dice alla peccatrice: «le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato».

Don Salvatore A.

 

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